Cerca nel blog

giovedì 29 dicembre 2016

Step24. Word Cloud

24. LA "NUVOLA DEL COLORE"


Riprendendo lo Step.23* , una goccia d'acqua mi è sembrata la forma più adatta a rappresentare nella sua elementarità il turchese scuro, una sfumatura di colore  azzurro che associamo subito al mare e a quel suo senso di eternità e vastità che va a ridimensionare immediatamente tutto quello che fa parte della nostra piccola esistenza, trasmettendoci calma e serenità.

creato con l'ausilio di:

Come ho già ripetuto diverse volte all'interno del blog l'oggetto materiale che nel modo migliore concretizza il turchese scuro è sicuramente il minerale turchese. Durante il corso abbiamo ripercorso la storia del mondo facendo riferimento all'intervista alla BBC* rilasciata da Neil MacGregor* , direttore del British Museum*  e dalla quale è uscito un libro* , anche tradotto in Italiano.

Uno degli oggetti presi in esame che ci ha permesso di ripercorrere la storia dell'uomo e che ho scelto pertanto come manifestazione più concreta del colore preso in esame, è questo serpente a due teste in mosaico di turchesi di origini azteche che probabilmente era portato sul petto dal sacerdote durante le occasioni cerimoniali:



Il serpente era considerato un animale sacro per gli Aztechi, immagine del dio Quetzalcoatl. Oggetti come questo erano donati come tributo all'Imperatore Azteco dai molti territori che costituivano l'Impero Azteco. L'arrivo degli spagnoli, capitanati dal condottiero Cortez* fu accolto con un scambio di doni dall'Imperatore Montezuma*  , tra cui forse rientra questo serpente.
Fu con una mossa a sorpresa che Cortez imprigionò Montezuma e conquistò la capitale azteca di Tenochtitlàn* , decretando la fine dell'Impero Azteco, la popolazione autoctona fu travolta sotto dall'ondata di violenze degli spagnoli e a causa delle epidemie portate dall'Europa.

per maggiori informazioni:
https://www.britishmuseum.org/explore/a_history_of_the_world/objects.aspx#78

lunedì 26 dicembre 2016

Step23. "The Savage Mind"

23. UN COLORE "SELVAGGIO"

Siamo arrivati quasi alla fine di questo percorso che ha sviscerato e analizzato il turchese scuro approfondendone i legami che lo uniscono ai più diversi ambiti di quella che consideriamo la nostra realtà.
In questo post è arrivato il momento di indagare il turchese scuro indagandone il suo aspetto più "selvaggio": il pensiero antropologico primordiale che associamo ai vari segni del reale al fine di dare loro un ordine nel quale muoverci.  

L'analisi di questo post si rifà alle teorie filosofiche teorizzate dall'antropologo francese Claude Lèvi-Strauss* , massimo esponente dello strutturalismo* , pensiero che si fonda sul presupposto che ogni elemento che possiamo analizzare è parte di un insieme più ampio di altri elementi e trova senso funzionale esclusivamente dalle relazioni che lo associano ad altri di questi.

L'indagine di Claude-Lèvi-Strauss analizza la tematica filosofica del rapporto tra natura e cultura, dell'agire secondo predeterminati, spesso inconsapevoli, principi mentali che trovano compimento nell'organizzazione mentale di sistemi di tipo relazionale.


Claude Lèvi Strauss
All'interno del saggio "Il Pensiero Selvaggio" (1962) Lèvi-Strauss teorizza il pensiero selvaggio come una modalità del pensare umano, comune a tutti gli uomini indifferentemente dalla loro origine e cultura la quale:

"tratta di una forma logica di pensiero che, piuttosto che agire per astrazione, classificazione e sublimazione di qualità, o gerarchizzazione logica di classi ideali, opera, partendo da una particolare attenzione alle qualità sensibili del reale considerate nella loro capacità di fungere da segni, per produrre una continua rete di simboli e di significati."
(cit. Enciclopedia Treccani, link* )

Continuando il discorso dello Step.04* (sul mito) ho ricercato in modo più profondo il "pensiero selvaggio" radicato nella percezione del turchese scuro.
Di particolare interesse sono in questo frangente le descrizioni del colore che hanno fatto artisti, letterati, ma anche studiosi della simbologia universale come Jung* e altri psicologi che sui colori hanno costruito addirittura dei test psicologici della personalità.

 W. Kandinsky*  diceva in relazione all'azzurro (di cui il turchese scuro rappresenta una gradazione generica) utilizzato all'interno della sua opera " improvvisazione 19* (suono azzurro):

Improvvisazione 19, Kandinsky, 1911
"Tanto più scuro è l'azzurro tanto più esso attira l'uomo nell'infinito, risveglia in lui la nostalgia del puro e, in fin dei conti, del soprasensibile. È il colore del cielo come noi ce lo immaginiamo al suono della parola cielo."

In questa citazione si parla dell'azzurro come quello del colore del cielo, credo che il pensiero più selvaggio del turchese scuro sia proprio il pensiero che richiama al colore del cielo. Come emerge anche dall'analisi dello Step.07* (sul cinema), l'azzurro sembra attirare l'uomo nell'infinito, trascinandolo in mondi fantastici, lontani e remoti.

Secondo Goethe* , invece l'azzurro è il colore che conduce verso l'ombra, è una contraddizione di sentimenti di eccitazione e di pace. Una superficie azzurra dinnanzi a noi tende a arretrare, ci sfugge così da guardarlo volentieri perchè non ci aggredisce, ma ci attrae verso di sè.

Goethe si riferiva forse alla contraddizione tra la forza irruenta e la calma piatta che contraddistingue il mare ( Step.06* , sulla fisica), capace da sempre di attrarre verso sè l'uomo con il suo straordinario fascino.





Jung differenziò i modelli psicologici attraverso un atteggiamento del soggetto (introverso o estroverso) in relazione con la sua funzione dominante. Jung teorizzava quattro funzioni dominanti alle quali erano associati determinati colori: pensiero, sentimento, sensazione, intuizione. L'ipotesi di Jung era che la preferenza individuale verso determinati colori corrispondeva alla funzione che caratterizzava il proprio tipo psicologico. 
L'azzurro che ancora una volta veniva accostato al cielo corrispondeva alla funzione del pensiero.

Per concludere, volevo compiere un ultimo e successivo passo finale. Abbiamo parlato all'interno del nostro blog dell'enorme diffusione e apprezzamento della gemma turchese nelle varie epoche e nelle più diverse aree geografiche del mondo. Il fascino ultimo del colore turchese scuro, risiede probabilmente nell'essere immagine "selvaggia" dell'elemento che riteniamo più indispensabile per la nostra sopravvivenza: l'acqua. La natura come sappiamo non agisce mai per caso e a livello primordiale probabilmente, azzardo io, attraverso la nostra percezione più naturale del colore ha operato per facilitarci nel difficile compito di sopravvivere.


SITOGRAFIA:


venerdì 23 dicembre 2016

Step22. Architecture

22. IL COLORE IN ARCHITETTURA

Tra le tante e diverse aree del mondo in cui è apprezzata la pietra "turchese" e il suo caratteristico colore spicca sicuramente la zona dell'antica Persia di cui fa parte l'odierno Iran* , dove ancora oggi ne vengono estratte grandi quantità.
Il turchese viene utilizzato a partire dalla fiorente epoca dell'Impero persiano come colore e pietra di decoro preferenziale all'interno e all'esterno dei caratteristici edifici diventati simbolo dell'architettura islamica locale.

L' Architettura Islamica* è una delle espressioni più vitali dell'Islam perchè in grado di realizzarne i programmi. L'islam è infatti una religione essenzialmente cittadina, che ha in costruzioni tipicamente urbane, come la moschea, il bagno e il bazar, le sue strutture basilari. 
La "sacra triade" dell'architettura islamica è quella della colonna, dell'arco e della cupola, poichè dalla combinazione di tali elementi derivano le principali strutture che la caratterizzano.

Malgrado la profonda unità spirituale del mondo islamico, bisogna notare che nel campo artistico-architettonico esiste una notevole differenza di stile tra le varie regioni di fede musulmana. Nello stile persiano* che trova il suo centro vitale in Iran, non esistono edifici banali: ogni palazzo è ricercato nelle sue proporzioni e trasuda nobiltà e fascino. La combinazione di intensità e semplicità delle forme fornisce immediatezza, i sottili e ripetitivi ornamenti con l'utilizzo delle caratteristiche forme geometriche a carattere simbolico invitano all'osservazione.

La moschea dello scià* a Isfahan* è uno dei capolavori dell'architettura persiana e in quanto tale è stata dichiarata patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO nel 1979.

Moschea Shah vista da piazza Naqsh-e jahàn

La grande moschea dello Shah, voluta durante il periodo
safavide* da Abbas I il grande, venne eretta nel 1629 al lato sud di Piazza Naqsh-e jahàn* ,una delle piazza più grandi del mondo.

Il portale dell'edificio è alto 30 metri ed è decorato finemente da mosaici raffiguranti motivi geometri, floreali e calligrafici. Il portale è affiancato da due minareti di 42 metri. Tutti i muri esterni sono decorati da tessere di mosaico in sette colori differenti nei quali predomina la tinta turchese.
La moschea è dotata di 4 iwan* , dei quali il più grande è quello che indica la direzione della Mecca verso cui si rivolge la moschea. Dietro di esso si apre il santuario principale, un'enorme spazio nel quale si può ricreare un effetto-eco che secondo gli scienziati arriva a 49 tonalità (soltanto 12 sono udibili dall'orecchio umano).
A troneggiare sul santuario si erge un'enorme cupola alta 52 metri. Le cupole dell'architettura persiana sono ricoperte tradizionalmente internamente e esternamente da una moltitudine di piastrelle colorate e la moschea Shah non fa certo eccezione:
l'enorme cupola è ricoperta da piastrelle di turchese trattata che riflettono la luce del sole e rendono visibile la moschea a diverse miglia di distanza.

Qui qualche immagine della moschea:

Iwan principale della moschea

Cortile della grande moschea, Sahn*

Muqarnas* che decorano l'entrata

L'enorme cupola vista dall'esterno

la cupola dall'interno
 L'utilizzo del turchese, però, è presente anche in tanti altri edifici delle città del medio-oriente, dove ricchezza cultura e spiritualità, lungo le antiche vie della seta hanno portato alla costruzione di tanti altri esempi di architettura islamica di questo tipo. Di seguito si possono ammirare alcune immagini degli edifici di Samarcanda* nell'odierno Uzbekistan* :

Mausoleo di Tamerlano, Samarcanda



Scatti di alcuni dettagli del mausoleo di Tamerlano

Ricercare il turchese scuro esclusivamente all'interno dell'architettura islamica sarebbe però alquanto limitativo. Questa è la cittadina tropicale della Vecchia San Juan* a Porto Rico* che si trova dall'altra parte del mondo rispetto all'Iran dove si possono trovare innumerevoli esempi di case coloniali risalenti alla dominazione spagnola dipinte di caratteristici colori turchesi:

Edifici storici nella vecchia città di Porto Rico

Edifici storici nella vecchia città di Porto Rico
    

Per concludere questa mia ricerca del turchese scuro all'interno dell'architettura ho ricercato un trattato* , ovvero una rivista di architettura che contenesse citato il colore turchese che mi è stato assegnato:



"Civil Engineering and Architecture" è un'autorevole rivista che pubblica documenti originali di ricerca e alta qualità nel settore dell'architettura e dell'ingegneria civile. All'interno di un suo volume (il 14) datato Londra,1851 ho ritrovato citazioni del "blue-turquoise" alle seguenti pagine consultabili al seguente link:

pagine: 350, 351, 352, 361, 362, 389



-per curiosità potete dare un'occhiata anche alle immagini di questa cittadina del Marocco: link* 


SITOGRAFIA:

http://www.treccani.it/enciclopedia/l-architettura-caratteri-e-modelli-mondo-islamico_(Il-Mondo-dell'Archeologia)/
https://turquoisecompass.com/2013/12/12/turquoise-thursday-puerto-ricos-turquoise-architecture/
http://arabpress.eu/incanto-turchese-di-samarcanda/51791/
http://www.treccani.it/enciclopedia/architettura-islam_(Enciclopedia-dell'-Arte-Medievale)/
https://it.wikipedia.org/wiki/Moschea_dello_Sci%C3%A0
https://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_persiana

martedì 20 dicembre 2016

Step21. Protagonists


21. I PROTAGONISTI

Come introdotto nello Step.02* l'origine semantica della parola "turchese" associata anche al colore dell'omonimo minerale ha origine verso la fine del 1500 quando i veneziani iniziarono a smerciare la pietra in occidente con il nome di "pierre turquoise" (pietra turca) che le conferiva un irresistibile fascino esotico. Nei post precedenti sono già emerse diverse figure che si collegano più o meno direttamente al turchese scuro. In questo post ho deciso di partire da una ricerca sulla storia del popolo turco che ha conferito il nome al colore oggetto del mio blog attraverso le biografie di alcuni suoi importanti personaggi.

turchi* sono quell'insieme di popolazioni parlanti le lingue turche, che fanno parte a loro volta delle lingue altaiche* e che vivono oggi in ampie zone dell' Asia centrale, settentrionale e in Europa orientale. 
A partire dal 1100 circa, la popolazione del Turkestan* da popolo mercenario degli arabi* quale era stato fino ad allora, sottrae al grande califfato arabo-islamico numerosi territori, andando a raccogliere sotto un'unico dominio diverse tribù ( Qarluq* , Uiguri* , Kirghisi* ...) e a creare con il passare del tempo, sfruttando la decadenza del califfato a seguito dell'invasione mongola* ,quello che sui libri di storia viene ricordato come Impero Ottomano* .

L'ascesa di Solimano il magnifico* , nel 1520 coincide con il momento più elevato per la cultura ottomana, oltre che per la sua espansione militare e l'influenza politica.

Ritratto di Solimano il magnifico, 1530, ritratto da Tiziano* 


Sultano, califfo, protettore della Mecca, durante il suo regno si fa chiamare khan, rivendicando titoli ancestrali dell'antico Oriente, senza però rinunciare all'altra parte dell'allora mondo conosciuto, pretendendo di essere definito "cesare dei cesari" erede di Roma e di Bisanzio.

Tra le migliorie apportate dal sultano illuminato è sicuramente annoverata la tolleranza culturale e religiosa. Se in occidente ad un musulmano non era permesso residenza, tra gli ottomani, invece era concesso ai cristiani non solo di abitare, ma anche di professare liberamente i loro culti religiosi. Questa tolleranza, unita ad altri interventi altrettanto illuminati, resero la capitale dell'Impero Istanbul* una città meravigliosa, ricca e dinamica.

Sotto il suo regno i confini dell'Impero Ottomano si espandono in tutta la loro incredibile estensione: da Algeri a Baghdad, dal Il Cairo fino alle porte di Vienna.



Dopo la morte di Solimano, l'impero ottomano gradualmente s'indebolì per un declino della sua precedente buona amministrazione, per le ripetute guerre con la Russia e l'Impero Austro-Ungarico, oltre che per l'emergere dei movimenti nazionalistici nei Balcani. Al termine della perduta Prima Guerra Mondiale, I confini dello stato turco vennerò limitati ai soli territori dell'Anatolia, della Rumelia e della Tracia, in quella che è diventata l'odierna Repubblica di Turchia.

Protagonista assoluto della formazione dell'odierna repubblica fu Mustafa Kemal Ataturk* primo presidente della Repubblica considerato padre della moderna Turchia.

Mustafa Kemal Atatürk

Egli si rivela un capo militare vittorioso durante la Prima Guerra Mondiale* e acquista la fama di eroe nazionale nell'estenuante difesa della città di Gallipoli aggredita dalle truppe inglesi diventando colui che darà vita con la sua vittoria a un riscatto nazionale turco.
Dopo aver ottenuto condizioni di armistizio convenienti, emana la circolare di Amaysa nella notte del 21 Giugno del 1919 attraverso la quale, contando sul sostegno di differenti anime del nazionalismo dichiara che il governo di Istanbul non è in grado di affrontare l'enorme crisi che sta attraversando il paese e di conseguenza, da vita un contro-potere nell'Anatolia centrale. 

Ataturk ricopre fino al 1922 il ruolo di dittatore, oltre che di comandante in capo, stroncando con la violenza ogni tentativo di dissenso. Mentre i Greci lasciano l'avamposto di Smirne e il territorio turco, tra i due paesi viene siglato un accordo che prevede il rientro in patria turca di 500mila musulmani e turchi dalla Grecia e di un milione e mezzo di ortodossi e greci dall'Anatolia alla Grecia. Ataturk, dopo aver smantellato così un impero multi-etnico, crea una nuova nazione, l'odierna Repubblica di Turchia* del quale diventa primo presidente.

Arrivando a parlare del presente, il protagonista assoluto della scena politica turca è sicuramente la discussa figura del presidente Recep Tayyip Erdoğan* .


Recep Tayyip Erdoğan

Erdogan è uno dei leader politici più osservati e discussi al mondo. È a capo di un enorme stato a maggioranza musulmana che sta trattando per entrare nell'Unione Europea e allo stesso tempo è molto invischiato nelle complicate vicende del Medio Oriente. Fino a non molto tempo fa, commentatori e analisti occidentali parlavano della Turchia come un modello da seguire per gli stati a maggioranza islamica: sembrava che Erdogan fosse riuscito a stabilire un governo democratico, il primo eletto dal popolo, oltretutto membro della NATO. Poi le cose sono cominciate ad andar male ed Erdogan che era considerato un "buono" iniziò a diventare un "cattivo" cominciando a sbarazzarsi rozzamente dei suoi avversari e a trasformare la Turchia in un regime autoritario di fede musulmana.

Prima di Erdogan, infatti, in Turchia si era cercato di mantenere il cosiddetto "ordine kemalista", voluto appunto da Ataturk, fondato su uno stato laico e anti-comunista. Erdogan da quando nel 2003 è diventato primo ministro della Turchia con il suo partito, l'AKP, sembra essere riuscito per la prima volta a imporre un modello diverso incentrato su forte orientamento islamico e conservatore, non facendosi scrupolo di ricorrere alla violenza contro i suoi oppositori e andando via via a incentrare nella sua figura tutti i poteri dello stato.

Dopo aver ripercorso con serietà attraverso i suoi personaggi storici la storia del popolo turco, vi lascio ritornando a parlare direttamente del turchese scuro attraverso un personaggio che ha reso divertenti le nostre ore davanti alla TV:

Rosita



venerdì 16 dicembre 2016

Step20. Fashion Runway

20. I COLORI DELLA MODA

Un altro ambito in cui i colori assumono un ruolo di primo piano è sicuramente quello associato alla moda del vestire. Il colore svolge nella moda un ruolo di primo piano che conferisce al vestito un tono e un carattere proprio. Il vestito è lo specchio di ciò che siamo, di ciò che vorremmo essere o di come vorremmo sentirci. 
Il mondo della moda cerca di inseguire i desideri delle persone e realizzarli attraverso la creazione di vestiti che inseguono le tendenze del momento  dandone a loro volta vita a delle nuove, riportando di moda uno stile del passato o forzando i tempi verso gli abiti del futuro.
Dal 2000, il mondo del fashion e del design attende con ansia la proclamazione del Color of the Year Pantone: la tinta scelta diventa la tonalità guida nelle collezioni di abbigliamento, accessori e arredi per il nuovo anno.

La figura di cui volevo parlare storicamente ha saputo indossare abiti di color turchese con eleganza e padronanza tali da addirsi solamente al titolo che ricopre da ormai quasi 70 anni:   
Sua maestà Elisabetta II* , regina d'Inghilterra, ha saputo resistere con forza, dimostrando più volte al mondo la sua invidiabile abilità nell'arte del vestire, al continuo rinnovarsi della moda e del trascorrere del tempo, andando a sviluppare uno stile, unico nel suo genere, che è sempre riuscito a conferirle il giusto tono e la giusta solennità in ogni circostanza.

La regina sorridente in completo turchese scuro
  
 Lo stile della Regina è uno stile molto pratico, quando la Regina indossa un vestito vuole dimenticarsi di averlo indosso, vuole sentirsi libera e sciolta nei movimenti, sentirsi a suo agio durante le cerimonie e gli innumerevoli viaggi di Stato che continua a fare ogni anno, ciò comporta in alcuni occasioni  perfino la mancanza sui suoi vestiti di bottoni a favore delle pratiche zip!

Sua Maestà ama i colori forti e nitidi come il turchese che esaltano la sua figura minuta. I colori sgargianti, talvolta considerati dagli osservatori esterni eccessivamente vistosi e fuori dal tempo (altro che Pantone!) sono volutamente scelti dalla sovrana per essere sempre ben visibile e riconoscibile.
La regina deve essere vista per essere rispettata!
("has to be seen to be believed" si dice a corte)

La regina Elisabetta II durante un Tea Party organizzato a Buckingham Palce, 2010

Norman Hartnell, il primo stilista di Elisabetta II iniziò a vestirla che era una ragazza, quando in tempi postbellici i tessuti erano merce rara anche per una futura Regina, fu lui che creò per lei il suo abito da sposa!
Lo stile di Hartnell, molto Dior, con gonne a colla ampie e danzanti portò per il mondo, negli anni cinquanta, l'immagine di una sovrana giovane, piena di energie e di fascino.
Dopo di lui Hardy Amies, Jonh Anderson, Karl Ludwing Rehse con Stewart Parvin, Angela Kelly vestirono la Regina creando per lei gli abiti che andarono a definire lo stile originale, colorato, ma sempre elegante che ancora oggi contraddistingue la figura della sovrana.
I materiali impiegati per vestire la regina sono materiali pregiati che la regina è abituata a riutilizzare ripescandoli anche più volte, purchè sempre a distanza sufficiente di tempo per non generare rumors.
La Regina possiede un tesoro personale di tessuti acquistati negli anni con i quali spesso vengono confezionati i suoi abiti regali.


Nell'immagine sopra ancora la regina con un soprabito turchese e un risvoltino bluette, in tinta con uno dei tanti suoi celebri cappelli che saluta una folla esultante a Edimburgo, il giorno in cui ha battuto il record del regno più lungo per un sovrano inglese, quello della Regina Vittoria. 

Il turchese scuro è un colore che si presta nel mondo della moda a essere elegante, a trasmettere buon gusto e qualche volta anche un po di stravaganza, le seguente immagini sono tratte da alcune sfilate di moda dei grandi brand della moda del calibro di Gucci, Joshua, Max Mara..


Collezione autunno-inverno, Gucci, 2016

Milano Fashion Week 2012, Gucci 2013




Turchese scuro in passerella

SITOGRAFIA: